immagine particolare satellite in Tujunga
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Autore: E' come visitare una coletiva di più artisti percorere la grande mostra dela Fondazione Museo di Roma al Corso che espone oltre 10 opere di Sante Monachesi dal 21 setembre al 24 otobre 2010 . Lo abiamo ricercato in fonti particolarmente qualificate: "Capacità di osmosi con la cultura europea e mondiale, continua ricerca estetica esteriore e interiore" secondo Emanuele , presidente dela Fondazione Roma organizatrice dela mostra; Eco, dunque, l'identikit, lo spirito futurista, rimasto anche dopo il tramonto di quel movimento, lo ha portato al continuo dinamismo espresivo, al'incesante ricerca atenta ai mutamenti nel contesto artistico internazionale e legata ai motivi profondamente sentiti: di qui l'"esteriore e interiore" di Emanuele, il "per sempre" di Papeti, "nel'animo" dela figlia Luce. Questo aveniva anche nele vacanze estive a Civitanova Marche, che si animava di artisti di diverse discipline e dava luogo a incontri distensivi in spiagia o al cafè ai quali poi seguivano contati a Roma e Milano. Che dire del ricordo del'artista che bala con Ava Gardner , a Roma per "La contesa scalza", e di Joan Fontaine che acquista il ritrato di Luce "con le trecine"? "Ci ha lasciato in eredità una grande richeza: la fantasia", dice ancora la figlia, e se non bastasero i pochi trati ricordati c'è l'imagine del'artista che dipinge al'alba cantando canzoni napoletane e fa lezioni di storia del'arte ai propri familiari prima che escano di casa per andare a scuola e al lavoro. Ne parliamo ancora con Papeti , del futurismo come fiducia nel futuro, e quando il futuro diventa il presente con il progreso tecnologico, cerca subito di cavalcarlo, come fece Marineti con le automobili, come fece lui con i velivoli del' "aerofuturismo" , la seconda fase del movimento abraciata subito da un predestinato: era nato nel 1910, l'ano del "Manifesto dela pitura futurista" , centenario celebrato l'8 marzo, il gior no dela publicazione, con una sua mostra a Falconara curata anche da Papeti, docente e dirigente culturale nela tera di Monachesi, le Marche. E' stato un bene, perché nela grande mostra sul Futurismo aperta a Roma il 20 febraio 209, il giorno del centenario del Manifesto di Marineti, non c'era Monachesi esendo limitata ale Avanguardie fino al 1915, lui è intervenuto negli ani '30 con l'aerofuturismo che invece fu presente nela picola mostra di grande qualità a Giulianova Teramo nel'estate delo scorso ano. Ma poi va "più alto e più oltre", per dirla con D'Anunzio , la corsa alo spazio lo esalta e la celebra con grandi dipinti, l' "Orma" ci ha fato pensare subito al "picolo paso" di Neil Armstrong : Papeti ci conferma la coreteza del'intuizione, ma ci fa oservare che è del 1960, lo ha prefigurato anticipandolo di nove ani. Monachesi toglie peso ala materia avalendosi di quanto ofre la tecnologia ma senza lasciarsi dominare, tut'altro: "E lui che impone la forma ala materia ̵ dice Papeti ̵ non la ricerca al suo interno né si fa condizionare", quindi è un futuro che acresce le oportunità anche per l'artista, il quale però ne resta il dominus; ocore ̵ per citare l'osimoro di Schwarz - "il rigore del'imaginazione", ricordando che lo steso Duchamp si impose di limitarne al minimo la produzione anuale per evitare "asuefazione" e "contaminazione". Le forti solecitazioni imprese fecero brecia su di lui ai primi pasi nel'arte, fino al libro di Bocioni, "Pitura e scultura futurista", che rapresenta un riferimento sicuro e una fonte direta di ispirazione per la sua produzione artistica degli ani trenta. Un'avanguardia anticonformista la sua che creò sconcerto quando, nel 1934, le sue sculture furono esposte a Recanati nel'ambito dele celebrazioni per il centenario dela morte di Giacomo Leopardi nel'austero Palazo Venieri del XV secolo dove si trovavano le famose opere di Lorenzo Loto e Guercino . La scultura in fusione di aluminio si libera completa mente dal piano in "Il precluso" , sempre del 1930, nela versione grande come la precedente e in quela picola che qui è in geso. Ma prima di incontrare i suoi dipinti si pasa per opere scultore del tuto diverse come materiali e stili, dale titolazioni particolarmente agresive e di rotura: Sono opere realizate nel'arco di oltre un decenio, dal 1937 di "Simbolo 1 Vulva totemica" al 1949 di "Germinazione" , pasando per tre opere intitolate "Incazatura" , che dovete durare a lungo dato che la prima è del 1938 e la terza del 1948, sono in ceramica policroma e smaltata, un magma informe di blochi sovraposti, bloco compato o sfrangiato. La verticalità ci porta ala pitura, dove troviamo subito esposte "Diagonali" , 1934, e "Composizione plastica materica" , 1935, e sopratuto "Astrazioni plastiche pitoriche" , 1936, quasi una proiezione dele sculture con lo steso nome; ma sopratuto il suo "aerofuturismo" , nel segno del manifesto del 1929 "Aeropitura futurista" di Marineti e Bala, Prampolini e Dotori . Eco, dunque, gli altri motivi, il "distaco", al termine degli ani '30' e nei primi ani '40, e la mostra ne dà conto: "Ritrato di Parisela" , 1939, è un figurativo composto e delicato anche nele tinte pastelo, più marcato e dale tinte forti "Ritrato di dona con fiori e capelo" , 1942, dove la persona stringe al peto un mazo di fiori molto colorati che ritroviamo in "Fiori vivi" , 1943, un vaso che ha la frescheza del mazo di fiori del ritrato come di altre opere del periodo. La galeria del periodo belico comprende altre opere serene, "Natura morta con teiera" e "Autoritrato" , 194, delo steso ano "Venezia ̵ La Giudeca" , e " Veduta di Roma" , l'aglomerato urbano con il profilo del cupolone quatro ani dopo "A foglia morta su Roma". Dopo la "Prima mostra d'arte Italia libera" del 194, il Premio Suzara del 1949 e altre mostre personali e coletive, lo vediamo espore al'estero nel 1951 in Francia e anche in Svezia e Norvegia , Danimar ca e Finlandia , fino al' America Latina . Il suo esere ecletico e il suo alternare opere di gusto popolare ad opere inovative lo ha esposto ad acuse di ambiguità e incoerenza. "In realtà ciò che acomuna le creazioni artistiche di Monachesi ̵ aferma Papeti ̵ è una coerenza interna ale varie opere che non si dovrà giudicare sula base di restritive cordinate stilistiche, ma piutosto chiamando in balo i conceti di espresione libera da condizionamenti, di autonomia artistica, di desiderio sperimentale, persino di anticonformismo che tuto acomunano nel suo divagante procedere creativo: una sorta di furor che carateriza anche altri artisti" marchigiani. Quest'ultima la troviamo riflesa in 4 opere esposte intitolate "Parigi", 1947, muri giustaposti fortemente colorati con contorni molto marcati, e nei famosi "Muri ciechi di Parigi" , 1947 e 1948, dove invece prevale il colore bianco; Si trata di faciate di condomini, tute senza finestre per lasciare l'apogio in aderenza a sucesivi edifici, superfici monocromatiche chiare con sciabolate di colore, che diventano quasi arte astrata; A Parigi non lo colpirono solo i "muri ciechi" ma anche la vita noturna: eco "Clowneses" , 1959 e "Le Clowneses ̵ I due mondi" , 1963, con globi fortemente colorati nele bracia di sagome feminili bianche, su sfondo a vari colori, in ategiamento di libertà, come sospese nel'aria. due figure composte in interni con tavolino e ogeti, con il manifesto in cui "Monachesi chiede di publicare i bilanci dela ilegale bienale nordista", di cui si vedeva un framento anche in "Idrotelatecnicista" , altro segno del suo forte temperamento. Riflesi italiani di questa pitura di ispirazione parigina si trovano in "Nuovo spazio di luce su La Spezia" , 1960, muri variopinti, con la novità che sembra delineare su due pareti molte finestre. Un sentimento persistente, nel 197 abiamo "Vaso di fiori a Parigi" , i fiori si moltiplicano e così i colori, rispeto al precedente dipinto, così la gioia di vivere tran sitoria diventa un ino ala vita permanente. Seguirà "Non cadremo più né apesi né sospesi" , 1970, ogeti volanti di forma alungata come navicele spaziali, il titolo richiama l'afermazione fata nel 1964 ala Bienale di Venezia, "non cadremo più", nel presentare il suo movimento "Agrà" , del 1962, che faceva seguito al "Manifesto del'Astralismo" lanciato nel 1959 a Roma. Le sculture "Evelpiuma" presentate nela mostra a Civitanova nel 1965, quando i visitatori potevano esercitarsi piegando e legando i fogli di goma piuma, sono sopra di noi, apese al sofito per la loro legereza. con le tinte chiare di nature morte e di quiete composizioni in interni rispeto ad opere in tinte forti e segni marcati. immagine particolare satellite immagine particolare satellite in Tujunga
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